Martedì 20 agosto a Edimburgo, dalle ore 15, presso l’Hotel Missoni
(1, George IV Bridge) nell’ambito di un incontro organizzato da Playwrights’ Studio Scotland e Scottish Society of Playwrights, sarà presentato un volume, ricco di documentazione visiva e scritta, sui sedici anni di storia della compagnia teatrale Suspect Culture. Dal 1993 al 2009 questo collettivo basato a Glasgow ha proposto numerosi spettacoli, laboratori, installazioni, convegni, segnalandosi per uno stile inconfondibile, benché in continua evoluzione, e una metodologia di ricerca contraddistinta da una costante apertura alle collaborazioni internazionali.  Ho avuto il piacere di essere, negli ultimi anni di attività,  artistic associate della compagnia, partecipando in particolare, nel 2005, alla co-produzione bilingue tra SC e Teatro Stabile di Trieste A Different Language. Ho scritto il testo dello spettacolo sulla base di varie sessioni di lavoro, distanziate tra di loro nel corso di due anni, con un gruppo composto dal regista Graham Eatough, dagli attori Selina Boyack e Sergio Romano, dallo scenografo Luigi Mattiazzi e dal sound designer Kenny MacLeod. Un processo creativo così lungo e articolato era per SC uno standard, consolidato nel lungo sodalizio tra Eatough e il drammaturgo co-fondatore della compagnia, David Greig. L’avevo comunque sperimentato in precedenza in Italia, in maniera più informale, collaborando a inizio carriera con il regista Mauricio Paroni de Castro, cui devo – non a caso – l’incontro con SC, di cui era già associate. Quello che ci riguarda è solo uno tra i molti e affascinanti intrecci di relazioni di cui dà conto questo libro, curato, con una scrupolosa precisione che non penalizza la fluidità della scrittura, da Graham Eatough e dal critico e drammaturgo Dan Rebellato.  In apertura e in chiusura, un’intervista a Eatough e un saggio di taglio accademico dello stesso Rebellato ripercorrono tutti i passaggi evolutivi e le crisi che hanno segnato la storia della compagnia; nel mezzo – oltre alle testimonianze di David Smith, David Greig, Joyce McMillan, Marilena Zaroulia, Neil Cooper, Mauricio Paroni de Castro, Ian Scott, Trish Reid, Nick Powell e del sottoscritto – si trovano le schede di tutti gli spettacoli, corredate di belle immagini, e soprattutto tre testi ancora inediti scritti da Greig con SC: Timeless (1997), Mainstream (1999) e Lament (2002). Un lucido, esemplare sguardo retrospettivo, privo di intenti celebrativi o di nostalgia, su un percorso comune di cui è importante non perdere la memoria, per meglio esplorare nuove strade.