GENTRIFIED
(Il mio corpo è un nuovo building)
1.
decadimento dei materiali
c’ho troppi spifferi nella testa
per via degli infissi
vecchi, non ho cambiato gli infissi
da sempre e queste sono le conseguenze
classe energetica G
ogni giorno un piccolo spreco
che si fa enorme cumulativamente
verso la mia morte
e c’è dell’amianto da qualche parte
il tetto credo, o le tempie
insomma non va bene
ci vuole manutenzione
che peraltro può non bastare
a una certa età, una mezz’età
non te la puoi più cavare
levigando i parquet o
con due mani di bianco
su certe pareti quasi ammuffite
le chiazze, le chiazze
certe chiazze di umidità
non vanno più via
promemoria vergognosi
di mezza e più vita d’incuria
ediliziesistenziale
aggravata dal mio
essere sito
e regolarmente accatastato
nella famosa Città Modello
che non può tollerare
tutta ‘sta ruggine nei tubi
negli snodi
del collo, delle spalle
gomiti anche ginocchia caviglie
ahi che male
soffro di un’artrosi
generalizzata degli impianti
e poi sento le voci
ma non quelle dei vicini
sento una voce
che si fa presenza
autorevole e improvvisa
manageriale
non l’ho mai visto prima
ma lo riconosco
è un Manager Modello
della mia Città Modello
mi parla già da mezz’ora
di sviluppo urbano eco-sostenibile
di housing green
di partnership virtuosa
tra pubblico e privato
io annuisco e cos’altro
dovrei fare? – annuiamo
tutti annuiamo sempre
davanti a questa gente
aspetto che venga al punto
e intanto
lo osservo meglio
i suoi occhi vuoti, la sua bocca veloce
mi ricorda qualcuno
ma chi?
2.
il diavolo probabilmente
Mefistefole in persona
quale onore, non son degno
di una visita di tale livello
non ho un’anima da vendere
e comunque non si usa più
e infatti il Manager
della Città Modello
è solo del corpo
che mi parla né peraltro
lo vuole comprare questo
corpo in tanti punti
così logorato
anzi
senta, mi dia retta
dice il Milanese
non c’è niente da salvare
nel senso di riparare
rimettere assieme o riciclare
non conviene
lei sa invece
cosa conviene?
ovviamente non aspetta
una mia risposta, ce l’ha lui
qualunque risposta
alle domande che si fa da solo
conviene ripartire da zero
dalle fondamenta
azzerare abbattere disboscare
tutto
tutto? cioè io
ossa sangue pelle neuroni
ricordi pensieri affetti
tutto?
sì sì ma non mi faccia
il nostalgico, le passerà
all’istante il passatismo, la nostalgia
appena avrà visionato
in tutto il suo splendore
il rendering
e magari perfino il modellino 3D
del NUOVO LEI
efficiente e green e sostenibile
che sarà edificato attingendo
ad appositi fondi europei
no!
mi sorprendo a urlare
a tutta voce roca
vade retro, Satana!
il mio corpo semi-vecchio
si ribella, non vuole
essere disboscato
bonificato
raso al suolo
sopravvivenza di retroguardia
la sua è una battaglia
già persa e infatti
il Mefistofele sorride
non si scompone, scompare
così come era apparso
insensatamente e
certo in cuor suo
che ci rivedremo e quando
mi rivedrà
non sarò più lo stesso
3.
il mio NUOVO ME
(non me l’aspettavo)
sarà firmato
da un’archistar pazzesca
i suoi assistenti
vengono a trovarmi ogni giorno
fanno sopralluoghi
tecnici verifiche ispezioni
mi ascoltano il cuore
mi sondano il retto
è doloroso a volte
a volte fastidioso
percepisco dell’invadenza
ma poi penso
sarò firmato
griffato adeguato
al passaggio sempre mutante
scintillante di grandi marchi
della mia città
mi hanno detto perfino
che di notte
mi s’illuminerà la fronte
pubblicizzando via via mutande
o automobili o profumi
a condizione che siano pure loro
firmati griffati
mi fa piacere
ma vorrei lo stesso
discutere alcuni dettagli
del progetto, perciò inseguo
un’assistente indaffarata
e le chiedo
che cos’è questa storia del vetro
ho sentito dire
che sarò tutto di vetro
fuori, trasparente
e ciò m’imbarazza
non riesco ad abituarmi all’idea
che si veda tutto
quel che mi si muoverà dentro
in ascensori gabinetti alcove
intestino mandibola tiroide
ma lei non ha tempo
l’assistente, il suo tempo
è tempo dell’archistar
prezioso oltremisura
la mia privacy non è un tema
che valga qualche secondo
così mi rassegno, del resto
nessuno mi guarderà dentro
nessuno è interessato
ai movimenti interiori di
nessun altro
nella Città Modello
non servono più a nulla
le vecchie mura spesse e opache
come la guaina ormai desueta
di questa mia pelle
ma mentre filosofeggio
si entra già nella fase
operativa con squadre d’operai
che stanno piazzando tritolo
per l’implosione controllata
del vecchio me
4.
implodi, se puoi
– dico a me stesso –
in buon ordine, vecchio corpo
in fondo amato
tra mille confuse disavventure
un vecchio corpo niente male
sebbene indegno di Milano
un corpo da svuotare
di tanta vecchia carta
prima che prenda fuoco
è incredibile quanta
carta mi sia rimasta
nelle ante nei cassetti
in assurdi ripostigli
da decenni accumulata
dentro e fuori cartellette
fogli
fogli
fogli coperti di
scrittura
a mano
a macchina
o stampata da più
generazioni di PC
pensavo che fossero
la mia memoria e insieme
il mio progetto, la mia ambizione
e invece
non si usa più
via, via, al macero, al rogo
senza tanti drammi
ché tanto il NUOVO ME
sarà servito da un server
con dentro tutte le parole
del passato da richiamare
quando serve con
un potente motore di ricerca
ma non servirà
tutto ‘sto passato
brucia
il mio lungo diario
un quaderno all’anno da quando
ne avevo venti e poi
certe lettere d’amore
(meglio così)
scenette raccontini poesiole
(ancora meglio)
ricevute contratti diplomi
attestati certificati superati
dall’incertezza che si perpetua
nella vita finché c’è
sì, che vada in cenere tutta
l’ingombrante illusione
di stare lasciando un segno
sia pure d’inchiostro
voglio essere vuoto
prima del crollo
e poi pieno ancora
ma di un futuro glamour
che non avrà bisogno di parole
io
un building nuovo
5.
questa una volta era
banalissima periferia
ma da quando
quel demonio di un’archistar
mi ci ha piazzato
nulla è come prima e tutto
costa dal doppio in su
affitti lunghi e brevi
beni alimentari
e altri beni e servizi
più o meno voluttuari
è gratis solamente
respirare l’aria pulita
del parchetto nuovo di pacca
con alberelli da tutto il mondo
che si riflette sulle mie
intelligenti vetrate
un giardino tutto mio privato ovviamente
ma accessibile al pubblico
ventiquattr’ore su ventiquattro
salvo barboni
delinquenti immigrati teppisti eccetera
il mio NUOVO
ME è inclusivo
ma fino a un certo punto
è green ma
senza fanatismo
sostenibile perché sostiene
il modello di business
della mia Città Modello
mamma, guarda
quanto sono glamour
asettico luminoso impermeabile
a sporcizia germi malattie
altro che quel mio vecchio
corpo che nel tuo
con mille faticose e dolorose
imperfezioni si era
formato – esulta!
mamma!
guarda chi è venuto
a visitarmi in gran segreto
per godere in forma privata
del suo ennesimo successo
ediliziesistenziale
è lui, lo riconosco
il Sindaco
quest’uomo del fare
che tanto ha fatto
e facendo farà
si concede del giusto relax
sulle sedute
ergonomiche sparse
in ogni angolo del mio building
e si sta comodi in effetti
sul mio fegato sull’esofago sul
ginocchio destro o su questi
marmorei e inscalfibili
due /
è merito mio
– lui pensa –
tutto merito mio se perfino
questo mezzo fallito
di mezz’età
ha avuto una chance
di rifarsi intero
era uno scrittore
già decaduto dal suo
livello medio-basso
e rottamabilissimo
ma oggi grazie a me
è diventato scrittura
un capitolo smagliante
e godibilissimo
della narrazione
modello della Città
Modello che mi sono inventato
io
6.
la mia nuova vita
non ha molto senso
come del resto
quella precedente, tuttavia
è davvero speciale
e unica, immagino
la mia attuale sensazione
di avere un Sindaco dentro
e mica un sindaco qualsiasi
stiamo parlando del top
nella fascia alta del ranking
tra i politici dell’ossimoro
destrorsi di sinistra
verdi come il cemento
democratici senza popolo
questo qui è il migliore
si alza e poi cammina
al ritmo del mio cuore
lungo l’arteria principale
gli devo tutto
– penso – non
sarei quel che sono
senza il suo Piano
Sregolatore
la mia ricca
disperazione e solitaria
non avrebbe avuto luogo
dove attecchire
allora chiudo le porte
tutte le uscite automatiche
e di sicurezza a pianoterra
e le finestre e serro
la bocca il naso
lo sfintere dell’ano
non uscirà per sempre
non voglio più che esca
dal building del
mio NUOVO ME
il Sindaco adorato
giammai lo espellerà
il mio deretano gentrificato
che nel design innovativo
firmato dall’archistar
che mi ha concepito
è identico al mio viso