Scorciatoie
Manuale di successo per disperati
di Karma Changer Jr.
Secondo estratto gratuito
Dunque: stavamo dicendo? Cosa? Stavamo dicendo qualcosa? Ma soprattutto: quel che stavamo dicendo ci ha resi in qualche modo, in qualunque modo, felici?
Ora ricordo. Eravamo a Milano, sul metrò linea uno, tra le fermate di San Babila e Palestro, il mio conoscente Franco (nome di fantasia) e io (che sono sempre io, Karma Changer Jr.). Siccome Franco è uno inserito nel mondo del business, dell’aziendale, della finanza, era vestito con più cura di me, e meravigliosamente circonfuso dell’inconfondibile aura-di-chi-la-sa-lunga. Ha scosso un po’ la testa. Mi ha sorriso senza motivo apparente. Certo che va male. Certo che va tutto male. C’è una gran brutta aria in giro. La gente è incazzata. E i giovani… Franco veniva dal pieno centro della città, dove era passato accanto a una manifestazione di giovani incazzati. Fanno bene a incazzarsi, ma non serve a niente – mi ha rivelato Franco, sorridendo pure al pensiero di quegli impotenti ribelli in erba. E a quel punto ho cominciato a capire che il suo sorriso non esprimeva una qualsivoglia coloritura di sentimento umano (ironica complicità, divertita indulgenza, o calorosa apertura al confronto), ma era solo l’educato involucro di terrificanti profezie di sventura. La crisi economica non è finita per il semplice fatto che non finirà mai. Il tessuto produttivo italiano è kaputt. Il nostro debito pubblico non verrà mai ripagato e ci soffocherà. Per la Germania siamo dei lebbrosi, ma comunque anche la Germania finirà kaputt. Ciò che mi colpiva non era tanto il contenuto delle funeste previsioni, quanto la calma assertività con cui Franco le snocciolava. Allora ho provato a spiazzarlo con un’improvvisa botta di ottimismo. Senza pensarci né crederci troppo, ho buttato là:
– Ma si può sempre andar via, no? Da questo paese di merda. Io, se fossi giovane, me ne andrei via. E conosco giovani che l’hanno fatto. O che lo faranno.
Franco ha scosso di nuovo la testa. Il suo sorriso si è incancrenito, facendosi definitivo, tombale. Ha sentenziato:
– Troppo tardi. Non serve a niente.
Breve silenzio. Ho avuto un tuffo al cuore. E ho pensato a te. Sì, a te. Tu sai chi sei. Il mio trasparente corpo astrale si è staccato dal sedile appiccicaticcio del vagone del metrò, ha attraversato lamiere e pareti, si è librato nell’aria, ha penetrato lo schermo del tuo computer e ora – attenzione! – ti parla.
Tu! Giovane lettore o lettrice del primo estratto gratuito di Scorciatoie che non hai contattato il proprietario di questo sito per acquistare a soli 79 euro l’mp3 contenente LE DRITTE DI K.C.J. LETTE DA LUI MEDESIMO SU MUSICHE DI BACH, MAHLER, COPELLOTTI E KEITH RICHARDS! Non ce l’ho con te. Ti capisco. 79 euro sono tanti e fai fatica a fidarti, cresciuto come sei a pane e ciarle in un paese governato da quarantenni che sanno di rancido più dei loro padri, un paese così in ritardo che ormai – lo dice anche Franco – è troppo tardi perfino per abbandonarlo. Tu non credi più alla felicità e allora, come surrogato, tieni strette nel pugno quelle poche banconote che magari ti sei guadagnato in parecchie ore di lavoro duro e precario. Ma la felicità, quella vera, esiste. In fondo al cuore, se l’hai assaggiata almeno una volta, tu lo sai. E sai che non ha prezzo. E la bellezza. Anche la bellezza esiste. C’è qualcuno che, anche senza conoscerti, ti vuole bene e ti sa aspettare. Non è bello, tutto ciò? Quel qualcuno sono io, Karma Changer Jr. Io ti aspetterò. Ancora per due settimane, l’offerta sull’mp3 che potrebbe dischiuderti le porte della felicità permanente resta valida, a soli 89 euro. Forza! Ti abbraccio. Ciao. E torno col mio corpo astrale sul metrò.
Quando mi risiedo tra due altri passeggeri contratti, quasi avvitati intorno ai loro smartphone, Franco è già sceso, tornato per un tempo imprevedibile nel mondo a me remoto del business, dell’aziendale, della finanza. Provo un leggero senso di vuoto. Non so cosa fare. Forse è l’ora di?… Ma sì. E’ questo il momento giusto. Ci casca proprio a fagiolo, ora e qui, una citazione di Walter Benjamin.
“La moda non è mai stata nient’altro che la parodia del cadavere screziato, la provocazione della morte attraverso la donna e un amaro dialogo sottovoce con la putrefazione, fra stridule risate meccanicamente ripetute.”
E’ d’uopo precisare subito che io ovviamente non ho mai letto l’immenso Passagen-Werk di Walter Benjamin, così come i Seminari di Lacan, né altre opere lunghissime e variamente comprensibili su cui si rompono la testa i sapientoni delle università parassitarie, o comunque i pavoni ingrigiti della sinistra secchiona. Non ho tempo, non ho voglia. La mia via alla cultura è – ça va sans dire – una scorciatoia. Per esempio, questa bella citazione l’ho trovata a sua volta citata in un libriccino di un filosofuccio italiano, durante uno sfoglio AC/DC® (Alla Cazzo Di Cane – metodo euristico da me brevettato) tra gli scaffali di saggistica della libreria progressista Feltrinelli. Ed è dunque senza complessi d’inferiorità, con la fresca franchezza dell’ignorante, che mi rivolgo a Benjamin chiedendogli:
– Walter, ma perché ce l’hai tanto con la moda? Mi sembra una visione parecchio negativa, la tua. Forse è perché non hai avuto modo di conoscere e analizzare il personal style blog denominato “tutto questo è felicità”, tenuto da una pallida ed enigmatica post-adolescente americana, mia lettura ossessiva da anni? Non ti preoccupare, ci penso io, K.C.J., ad aggiornare in proposito anche i tuoi fan, nel prossimo estratto gratuito di Scorciatoie, il sempre più seguito e ormai imprescindibile manuale di successo per disperati.