Poemetto alimentare
ovvero
Il senso della vita
1.
un passo dentro
al tuo tempio e godo
ché già mi sento all’estero
a cinque fermate da casa
italia eatalia di nessuno
patria ma di chiunque
brand etichetta storia
sputtanata in calembour
teatro di merci trasparenza
di tre piani di scaffali
banconi vetrine da cui la cibaria ammicca
ma etica e discreta
come una signorina d’altri tempi
che s’aggiusta la calzetta
guardando altrove
e nel mezzo ci sta un palco
piccolo
cuore vuoto seppure pieno
di gente che suona parla canta
ci stuzzica all’acquisto
ci accompagna nella digestione
del resto ha ragione il sole
il giornale
degli industriali più illuminati del mondo
la cultura si mangia eccome
c’è tutto un mondo là fuori
di caffetterie con museo annesso
di shopping experience sulle rovine
chiese a pagamento aperitivi
tra guglie e campanili
ristoranti vista palco
ehi mondo
stiamo arrivando
l’eatalia c’è
anche grazie a geniali
imprenditori-di-sinistra
si fa per dire ma
ormai lo sappiamo
si fa sempre per dire
si dice per non fare
sinistra non è più un nome
l’hanno consumato
decenni di menzogne
che abbiamo respirato
con ipocrisia passiva che annerisce
l’anima più del fumo
e dunque
mi correggo e lancio
un’accorata invocazione
a quel geniale imprenditore
di ——–
che ha eretto il tempio d’eatalia
e dà lavoro a tanta gioventù
o tu profeta e promotore
della lingua lunga a filiera corta
io che giovane non sono
ho una proposta a costo zero
eccitante e rassicurante
appetitosa e culturale
che ha per tema
il senso della vita e lo spiega
alla tua clientela – no non te ne andare
faccio sul serio
almeno quanto te
sediamoci intorno a un tavolo
imbandito e
stammi a sentire
2.
io amo l’expo
io rispetto l’expo
io non ne posso più di sterili polemiche sull’expo
io come eataliano
come mealanese
punto tutto sull’expo
motore della ripresa
e formidabile propulsore
di supercazzole forchettone e compunte
apostrofo d’oro tra le parole
l’appalto
io all’expo non chiedo nulla
ma voglio dare
un grandioso evento inaugurale
primo maggio duemila e quindici
nel grande tempio alimentare
d’eatalia erregì
il finora oscuro intellettuale
di ——-
presenta
IL SENSO DELLA VITA
performance estrema
maturata per oltre un anno
tra gli scaffali e le vetrine
e i mozzarella-show della cattedrale
del gusto esibito
sette giorni su sette
dalle dieci alle ventiquattro
imprenditore ascolta
questo è il mio piano
io mangio
mollo il lavoro e mangio
mi mangio i risparmi mangiando
nei tuoi ristorantini a tempo
strapieno quello del fritto
sarà la mia base ma ogni giorno
uno a uno me li spazzolo a fondo
con menu doppio e vino a profusione
e nelle pause faccio la spesa
pago ed esco ma già sulla piazza
o sagrato che sia
cruda o precotta
me
la
mangio
e poi di nuovo dentro
da domani per più di un anno
con expo nel cuore
e un sogno tra stomaco e intestino
quello di eguagliare
in uno sforzo supremo
di body art all’eataliana
circonferenza e peso
del grande terry jones
3.
sì l’hai capito
questa è una citazione
colta ma pop come piacciono a te
la mia perfo prende ispirazione
dalla pellicola del millenovecentoottantatré
monty python il senso della vita
parte sesta gli anni del declino
hai presente
ce l’hai presente
quant’è largo in quella scena
il personaggio di terry jones
be’
io sarò così
il primo maggio duemilaequindici
ma davvero
niente trucchi e imbottiture
tutto grasso accumulato
tra i tuoi etici scaffali
cibo ingozzato con mistica
goduria
finché ogni chiacchiera sul cibo
si estingua
non ho più fiato
respiro a malapena
ingombro troppo
le scale mobili e le guasto
ci vuole un argano per trasportarmi
sul cuore pulsante del palco
davanti alle autorità
di comune regione stato europa chiesa
riunite per l’occasione
miei cari che dirvi
non ho parole parlerà
il corpo
basta che mi porgiate
su un piatto d’argento
una mentina
4.
scusate l’eruzione
ma non c’è da preoccuparsi
è solo vomito il mio
una sana apocalittica esplosione
pulizia interiore
pittura d’azione sulle vetrine
sulle facce a schizzi e grumi
è un’auto-immolazione
ovviamente a beneficio
delle generazioni a venire
verrà verrà verrà un’età dell’oro
fantastica e antica
in cui sarà bello mangiare
per mangiare senza nessuno
intorno che strimpella
o ti propina narrazioni
e ancora più bello creare
opere d’arte meravigliose
oppure orrende ma senza mai
compiacere
bottegai logorroici
o boiardini di parastato
in quel tempo felice
si guarderanno indietro
gli storici col sorriso
indulgente di una distanza
abissale osservando
come il nostro mondo sarà finito
senza un lamento ma con un rombo
intestinale