1.
ah
uh
oh
non lo sapevo
ma davvero
comincio così
sul serio qualcuno
ha il coraggio
la faccia tosta di chiamarmi poemetto
giuro
non l’ho fatto apposta
a farmi scrivere
a casaccio in questa
lingua
ch’è stata lingua di poeti ma adesso
serve solo a balbettare
lamentele rimostranze insulti e scuse
rumore di fondo assordante
nel paese dell’insaputa
criminale
il cui cittadino esemplare
è una scimmietta
da circo triste
che non vede non sente
però parla
“ah
uh
oh
sono stupito
chi è che mi ha pagato
la casa le vacanze il suv
chi mi ha assunto la moglie
promosso l’amante
chi ha messo un mafioso
al posto del mio maggiordomo
un esercito di puttane al posto
di fate adolescenti
e un salvadanaio scassato
a forma di maiale
al posto del mio cuore”
2.
vado in cerca del mio autore
so già quel http:\\/\\/renatogabrielli.ita
che vale
sulla mia pelle ma pretendo
che mi dia uno straccio
di senso o almeno
un finale – non voglio
finire nella discarica orrenda eterna infernale
orfanotrofio delle fetecchie incompiute
partorite senza testa
né coda da cialtroni
scribacchianti negligenti accidiosi
dalle ambizioni spappolate
sotto macigni di pigrizia
cerco dunque il mio autore
a milano città
un tempo operosa ora covo
d’individui creativi
gesticolanti inutili e infelici
o felici soltanto all’ora
dell’aperitivo – e infatti
è lì che lo trovo
in un bar avidamente
chino su crostini bisunti
su riccioli di mais salati troppo
le dita bagnate in salse
equivoche piccanti il mio bukowski
della mutua che non regge neanche
due birre annacquate
ha già le palpebre
a mezz’asta ma io
mi ficco risoluto tra lui
e l’ennesimo spicchio
di mortadella scaduta
ha un sussulto
mi fissa sinceramente
stupito
“ah
oh
uh
tu qui? poemetto
mi dispiace
non lo sapevo
di averti scritto
così male così
fan tutti del resto
ti ho iniziato
in un momento di debolezza
ma adesso
son più debole ancora e quindi
addio
poesia
addio
poemetto
finisciti da solo
o fatti finire
se ci tieni ad avere un senso
da qualche residuo bardo
di sinistra (ce n’è ancora
d’incredibilmente in sé
credenti) o meglio
da qualche chierichetto
maturo e sovvenzionato
(va in bolletta
sì lo stato
ma la chiesa l’eterna
avrà pur sempre qualche osso da gettare
ai suoi servi)
io
ho di meglio da fare
per esempio
per esempio
m’ammazzo d’aperitivi e poi
pedalo brillo
nella nebbia nella pioggia
fischiettando
canzoni assurde per dimenticare
quel che avevo da dire
al mondo a me stesso
non penserò mai più
a niente di serio
di produttivo
mi sciopero addosso
mi lavo il cervello
paga tu il conto
poemetto mio bello”
3.
e così se la svigna
con imprevista agilità
balza in groppa alla sua scricchiolante
atala del ‘99
inseguito da me
suo poemetto tradito e per un pezzo
pure dal barista urlante
ma lui se ne frega
delle conseguenze
irresponsabilmente
è dimissionario da tutto
l’ex autore ex milanese ex lombardo ex italiano ex ex ex eccetera
leggerissimo si sente
e pedala a tutta birra
verso un’altra bevuta
abusiva dalle parti di
viale bligny
ma lì
proprio lì l’investe
una strana sensazione
la potente percezione
di qualcosa di serio
una vibrazione d’importanza
avverte un odore
d’erba
di classe dirigente
di classe dirigente in erba
sprigionato dall’edificio
alla sua destra il tempio
dei mercanti
della resurrezione italiana
UNIVERSITA’ BOCCONI
il cialtrone vacilla
sull’umido pavé
e come san paolo sulla via
di damasco casca
miseramente battendo il cranio
da cui cava finalmente
oltre al sangue sul selciato
una mistica visione
una schiera gli appare
di uomini e donne in grigio
emananti competenza
tecnicamente inappuntabili
ineguagliabili sono loro
sono loro
lo salveranno
o forse no
i professori
4.
(coro dei professori)
nice to meet you
capisce l’inglese
lo humour inglese
sorry
ci dispiace davvero
per questa sua frattura
cranica gosh
è impressionante
questa pozza di sangue
che si espande tra noi
c’è una signora
che già piange
siamo sensibili noi vorremmo aiutarla e invece
ci tocca con un garbato
malinconico consapevole
anglosassone sorriso informarla
che per i ciclisti di mezz’età
solitari dimissionari parassitari
ogni speranza
di qualunque tipo di assistenza
è
tagliata
lo vuole l’europa e noi
non possiamo farci niente
però in inglese
we can’t do anything about it
del resto
se ciò la può consolare
tutta la sua generazione
sarà
tagliata
e anche quella dopo
è per questo che consigliamo
a chi si ama di guardare avanti
di non fare figli ma
direttamente
nipoti
il che è un po’ difficile
tecnicamente
non ce lo nascondiamo però
non è colpa nostra
noi sapevamo tutto
noi l’avevamo prevista
dai nostri bastioni di civiltà
dalle incorrotte università
dalle immateriali banche
la bancarotta assoluta
del sistema dell’insaputa
ma voi
non ci avete voluto ascoltare
o non avete capito
i nostri sussurri in inglese
pazienza
essendo per inciso cristiani
vi perdoniamo
e ora sorry
signor ciclista ex
ma abbiamo un sacco d’impegni
dobbiamo andare
a fare lezioncine
ad altri moribondi
esprima pure –
e le sarà concesso
di soddisfarlo compatibilmente
con le esigenze di bilancio –
un ultimo
desiderio
5.
lo scribacchino terminale
ha uno sprazzo
di coscienza e dignità
rantolando mi addita
“abbiate cura
vi scongiuro
della mia creatura
non ho fatto apposta
mai niente
perdono
poemetto mio”
quello spira e i professori
mi raccattano schifati
sotto forma
di papiro zuppo
di sporca pioggia milanese
non sanno che farsene
di me e allora
mi mollano al più stupido tra loro
ovviamente ministro
della cultura
che mi porta nella sua villa
rinascimentale e mi affida
alla domestica
più pigra che c’è a pianoterra
lei non mi legge
figurarsi però
mi dà un senso
finalmente
un senso tutto suo
sulla pergamena sgombra
destinata al finale
scrive i conti della spesa
truccati o disegna
tabelline per il figlio
scolaretto oppure prende
appunti per il sudoku
mi riempie di numeri insomma
ecco il contrappasso
giusto e micidiale per la poesia
nel paese dell’insaputa
saccente
la cui grande borghesia
grandemente mediocre
in mancanza d’idee
snocciola cifre
e tutto sommato
o sottratto
l’ultima riga
del suo bilancio
come il verso finale
di me poemetto
non può essere
che
un perfetto
zero