L’essere è.

Il non essere non è.

L’ente fa un bando.

1

2:43 a.m.

mare torbido dell’incoscienza
sono io che ci nuoto
oppure affondo nulla di nulla
ricorderò di questo buio di questo
sapore agro contro il palato
piccole esplosioni
in parti remote del mio corpo
fanno vuoti profondi
verticali velocissimi inattesi
gorghi si direbbe
si direbbe che è il cuore
a tradirmi balzando
da pieno a vuoto in controtempo
come sempre quando
è questione di vita o di morte

IL BANDO

spalanco gli occhi su un pensiero
che mi fissa allucinato
dal buio della stanza la scadenza
forse è scaduta
mentre dormivo e io
oppure
scade tra poco è questione
di giorni ore minuti e io
tachicardico sudato schiena ritta
dolente seduto sul bordo
del letto in totale confusione
non me lo posso permettere lo so
lo so lo so
d’ignorare il bando o peggio
rispondergli in ritardo
quando il bando chiama
uno come me non può
non agitarsi fare di tutto
brancolare cercando ciabatte
coi piedi e con le mani
un interruttore della luce
che m’illumini anche dentro
e mi faccia ricordare
cosa manca cosa manca
ai materiali da inviare all’ente
che promuove il bando
c’era tutto c’era tutto eppure
oppure

L’ALLEGATO

ma certo certo l’allegato 27c
come ho fatto a non
ma certo che ci vuole
in fondo è soltanto
un’autocertificazione dei requisiti ai fini di
a norma di
ai sensi di
che ci vuole è un gioco da ragazzi
coraggio compiliamo
redigiamo
insomma

2

requisiti

come comprovato
dal documento scansionato
e vidimato dalle autorità competenti
in materia d’identità io
sono proprio io
nel pieno possesso delle mie facoltà
e requisiti
sesso età stato civile residenza cittadinanza colore dei capelli degli occhi segni particolari anche se non richiesti
tutto
c’è tutto
titolo di studio ovviamente
gruppo sanguigno
tutto quanto serve a inserirmi e mantenermi nella fascia
degli aventi diritto e dovere
d’essere ammessi alla speranza
all’esclusivo rito di compilazione
delle quarantatré pagine di domanda
di partecipazione
più ovviamente gli allegati
in numero variabile misteriosamente
crescente prendi ad esempio
il 99 ter
ricevuta del bonifico a parziale copertura delle spese di segreteria dell’ente
è giusto è giusto
anche se
però ‘sta segreteria quanto costa
però in fondo si capisce
anche se non facesse niente
per un ente così grande
già l’essere in sé è una spesa pazzesca
e io
contribuisco volentieri
il bonifico l’avrei già mandato
se sul mio conto ci fossero dei soldi
ma per fortuna ecco l’opzione
versamento alternativo
come un serpentello tra le lenzuola sfatte
striscia s’arrampica un tubicino
prima ch’io mi possa alzare un laccio
elastico mi s’annoda intorno
al bicipite un ago
guidato da mano ferma invisibile professionale
mi penetra il braccio
quante once di sangue vorrà l’ente
a parziale copertura
delle sue spese di
me lo chiedo mentre perdo le forze
e sento l’ago affondare
dentro fino all’osso
non basta il sangue
va per il
mi
dol
lo
è gius /

3

un attimo che mi collego
adesso che è tutto in regola
mi collego un attimo
tramite i quattro dispositivi
socio-elettronici che tengo accesi
anche di notte per ogni evenienza
tipo quella di essere sveglio
e non sapere cosa fare
i muscoli contratti gli occhi sbarrati
per la tensione da bando in scadenza
allora mi rilasso frantumando
l’attenzione
dispositivo numero uno puntata sette
stagione quattro d’una serie intricata
intelligente d’argomento zombie
dispositivo numero due notiziari
da tutto il mondo le stesse notizie
in più lingue in gara d’anticipo l’una sull’altra
così vince un’ansia senza nome
dispositivo numero tre musica
di sottofondo che si confonde
col rumore degli altri dispositivi
rincoglionendomi dolcemente
dispositivo numero quattro messaggistica
d’auto-aiuto per soggetti dipendenti
dallo stress bandistico
o bàndico bandòrico bandogenico
insomma eh sì
il bando ci dà lo stress ma in fondo
ci piace questo stress
banditico anzi non ne possiamo fare a meno
e ce lo confessiamo a vicenda
condividendo collegando connettendo
abisso con abisso
i nostri cuori così soli così soli che
non mi bastano le dita
per sfiorare le vostre lacrime amici
lacrime d’attesa incertezza vergogna
tanto simili alle mie
mentre sfioro con le dita
i vostri nomi i vostri messaggi sullo schermo
amici amici o forse
non tanto amici se com’è naturale
qualcuno di voi sta partecipando
al mio stesso bando
e magari qualcuno chiacchierando
così casualmente con nonchalance
rivela o carpisce segreti
info riservate o infallibili trucchi
per vincere il bando
del resto è normale
mia vita tua morte mio bando
tuo bando tua vita mia morte
ma io sono cauto
credo
io non rivelo
non ho rivelato mi pare
anche se
non si sa mai chiacchierando
messaggiando
spengo gli altri schermi e mi concentro
freneticamente rileggo
i 1743 miei messaggi già inviati
notte dopo notte ai compagni
di bando
no
no
no
tutto a posto credo
l’ho scampata bella però mai più
un rischio del genere e nel dubbio
permanente su me stesso
diffidenza vigilanza assoluta
mi sconnetto
da tutto e spengo

4

una raccomandazione
dal buio dal silenzio al cesso
violentato da un freddo biancore
il passo è breve
ci sono dentro e fisso
la tazza spalancata come se mi aspettassi qualcosa
di ricevere qualcosa
dopo avere dato tanto
che qualcosa qualcuno
si manifesti dal profondo
risalga e mi soccorra
dall’inconscio di questa città
labirinto di tubature incrostate
di sogni da lì vien su
lui come se nulla
fosse disinvolto
sammy
è già seduto sulla tazza
accavalla le gambe s’annoia
il viscido sammy
che malgrado tutto
nonostante le sue origini sostanzialmente
fognarie non puzza affatto
non è sporco semmai
shabby chic
studiatamente trascurato
trasuda artificio nella sciatteria
quella giacchetta floscia
quel morbido mocassino sul piede ignudo
caviglia pelosa a vista
o sammy
qual buon vento
a cosa devo l’onore
domande sceme sono io
che l’ho chiamato
mi sbadiglia in faccia si gratta
l’inguine con ironia
ostentata poi si pulisce
l’interstizio tra due molari
con un mignolo dall’unghia lunga e bigia
strizzando l’occhio a un pubblico
immaginario può non piacere
sammy
ma è viscido per un motivo
o forse molti
in quell’ambiente
lì sotto
c’è tanta roba
da farsi scivolare addosso
e lui conosce uno a uno
e non gli mordono la viscida mano
i topi di fogna del potere
per cui lo so lo so che lui all’ente
conosce qualcuno
o più di qualcuno potente
all’ennesima potenza
plenipotenziaria sul bando
o sammy ti prego
mettici tu una buona
viscida parola
io lo so l’ho imparato dalla vita
che avere i requisiti non basta
e che l’eccellenza nuoce
sicché faccio quel che farebbero tutti
o forse già lo stanno facendo
ciascuno nel biancore disperante
del suo cesso

sammy non fa una piega
non si sbilancia non si scompone non mi considera
eleganza esistenziale della sua noia
auto-schifata
con languido gesto srotola
due rettangoli d’igienica
carta e me li porge

non posso fare niente
odio quei qualcuno dell’ente
disprezzo i topi di fogna
del potere comunque
scrivi qua non si sa mai
sintesi mi raccomando
il tuo progetto in breve in brief
un pitch
che faccia colpo

in che senso
cos’è un pitch
non glielo chiedo nemmeno
non mi risponderebbe
risprofonda assorto nella contemplazione
dei germi tra le piastrelle
con infinita delicatezza
tra indice e pollice reggendo
quel velo di carta sottile e fragile
come la mia speranza
m’allontano
dalla sua viscida presenza
aspettami sammy
scrivo e torno
ma cosa scrivo

5

preghiera all’ente
ma come faccio
in così poco spazio
un progetto così complesso
culturalmente
socialmente
finanziariamente
il lucido sogno d’una vita
quattrocentosette pagine trentaquattro file
allegati esclusi
come lo riassumo
in due rettangolini di carta
anzi uno
dato che il primo è già
fini /

………………….

oh tu che ci sei
perché se non ci fossi
cosa mai ci sarebbe
tremo a pensarlo

ENTE

ho paura
mi fa paura quest’idea e non solo
e infatti
il mio progetto
finanziariamente
socialmente
culturalmente
ha come oggetto
nient’altro che la /

……………….

finita la carta
me lo scrivo sulla mano

PAURA

con un taglierino m’incido
sulla pelle il testo
di questa preghiera
che ti manderò più tardi
a pezzi
di corpo via via amputati
e affidati a sammy
finanzia finanzia finanziami ti scongiuro
dammi dammi dammi ti imploro
punteggio
un bonus per ogni centimetro di tagli
in questa carne fedele
ai dettami del tuo bando
solo io solo il mio progetto
ridurrà globalmente la paura
con azioni culturali mirate
finanziarie sostenibili
sociali encomiabili
obiettivo due per cento
di decremento della paura mondiale
in cinque anni sembra poco
è un’enormità
ma insieme ce la possiamo fare
due per cento due per cento
tanto per cominciare
prova a immaginare
come sarebbe il mondo
non dico senza paura eh
basterebbe un po’ meno e
vivremmo decisamente meglio
più leggeri e perfino tu
ente
potresti risparmiarti la fatica
d’esserci per sempre

6

2:45 a.m.
un senso di vuoto sopra
la tazza l’aleggiare di un’assenza
ma sammy dov’è
sarà già tornato di sotto
son bastati due minuti
giusto il tempo di
vergarlo col sangue
degli incubi e
il mio messaggio non sarà mai consegnato
giù giù scruto
il buco il passaggio la soglia che gorgoglia
con occhio lento però inquieto
d’indagatore insonne
mai e poi mai arriverà la mia preghiera
alle bassissime altissime sfere
dell’ente
anche stavolta
lo so lo so già che non vincerò
il bando
e potrei rilassarmi
dunque tornare a letto
nel disfatto conforto
delle lenzuola senonché
non dormo non ci riesco
mi spalanca a forza le palpebre
nel buio l’ovvio pensiero
la domanda a quando
il prossimo
tra un anno sei mesi due
minuti un lustro un evo
è la scadenza la scadenza
di un bando nuovo
che mi terrà ancora desto e vivo
appeso a un filo
di terrore nel respiro