Davide Carnevali, Menelao (una tragedia contemporanea), Luca Sossella editore, pp. 76, €10

Davide Carnevali, Aristotele invita Velázquez a colazione e gli prepara uova e (Francis) Bacon, Luca Sossella editore, pp. 70, €10

Questi due recenti copioni di Davide Carnevali sono accomunati da un uso sistematico di anacronismi, vòlti non tanto ad attualizzare o dissacrare figure del mito e della storia, quanto a creare una dimensione atemporale, teatralmente sospesa e instabile. In Menelao i continui scarti tra registro alto e basso non provocano uno slittamento del testo nel genere della commedia. La condizione del ridicolo protagonista permane – come da sottotitolo – tragica. Lontanissimo parente dell’eroe omerico, figliastro dei tormentati e raziocinanti anti-eroi esistenzialisti, il Menelao di Carnevali è un ricco borghese dei nostri giorni e delle nostre latitudini, incapace di godersi i frutti dell’aver vinto senza combattere. Non ci viene proposta una drammatizzazione lineare della sua vicenda, bensì una successione di quadri narrativamente sconnessi, ma fortemente collegati tra di loro sul piano concettuale. Siamo di fronte a una drammaturgia che rinuncia all’intrattenimento empatico per rivolgersi piuttosto all’immaginazione e all’intelligenza critica del pubblico, provando a gettare sprazzi di luce sulle contraddizioni del nostro confuso presente. Tale impostazione si ritrova, con un’inevitabile accentuazione didascalica, in Aristotele…, un interessante esperimento di classroom play rivolto agli studenti delle scuole medie superiori. Qui l’autore affronta la sfida di far avvicinare i giovani spettatori al complesso tema filosofico del “concetto di rappresentazione dalla Grecia classica alla contemporaneità”. Nel progetto formativo, commissionato da Emilia Romagna Teatro, allo spettacolo si affianca il possibile utilizzo di alcuni social media (Facebook, Instagram, YouTube, Twitter) come piattaforme didattiche. L’impianto del testo è epico: due attori si rivolgono al pubblico, via via interpretando o citando personaggi storici d’epoche tra loro distanti, con accostamenti vertiginosi e paradossali, come quelli basati sull’omonimia (Velázquez il conquistadore Velázquez il pittore; Bacon il filosofo e Bacon il pittore). Il continuo e serrato alternarsi di stimoli intellettuali e umorismo da trivio non risulta gratuito, ma organico a una visione della scena come palestra dialettica in cui non si rappresenta la realtà, ma si immagina come cambiarla.

(pubblicato su “Hystrio”, 3/2019)