La lettura del presente di gran parte del new writing inglese – rappresentato a Londra in numerosi piccoli teatri fringe, ma con importanti sconfinamenti nel West End – e’ contraddistinta da una sorta di naturalismo para-televisivo, che ho ritrovato in Disconnect, opera seconda dell’autrice indiana Anupama Chandrasekhlar, al Royal Court fino al 20 marzo. L’amarognola commedia e’ ambientata in un call center indiano dedicato al recupero di crediti in America. I giovani impiegati simulano per lavoro un accento americano e sognano, in varie forme, l’evasione in un idealizzato occidente. Lo scacco dell’illusione amorosa del piu’ intraprendente di loro, che si fa hacker per salvere dalla bancarotta un’americana conosciuta per telefono, conduce a uno scioglimento della vicenda prevedibile e moraleggiante. Da intenti moralistici non e’ parimenti esente uno spettacolo ben piu’ riuscito, anche questo prodotto dal Royal Court, ma trasferito dopo il grande successo dell’anno scorso nel lussuoso Noel Coward Theatre. Enron di Lucy Prebble e’ basato su uno studio documentario dell’ascesa e caduta della nota company statunitense tra la fine degli anni novanta e l’inizio dei duemila. L’abilita’ dell’autrice nel trasferire su scena in forma comprensibile e accattivante concetti economici e’ ammirevole; e funziona assai bene l’alternanza tra scene realistiche, aperture “epiche” al pubblico, “numeri musicali”, proiezioni video d’epoca, tocchi surreali. Ma, per quanto qualcuno abbia scritto di “teatro politico del XXI secolo”, il contenuto ideologico non va molto oltre la deprecazione dell’avidita’ di danaro, mentre il nucleo emotivo risiede in una vicenda di hubris punita che ha come eroe negativo Jeffrey Skilling, il presidente di Enron, infine vittima della “bolla” speculativa da lui stesso creata in uno stato di “estrema speranza, fiducia e stupidita’”. E’ dunque soptrattutto, al di la’ dei toni satirici, la sua capacita’ di mettere a nudo il nostro disperato bisogno di illusioni, che rende Enron (in scena fino a meta’ agosto) un’esperienza teatrale da non perdere.