Mister Holter
Finché c’è diario c’è speranza. Monitoro i silenzi e i sussulti. Il cuore racconta – a modo suo – e va preso sul serio, registrato senza interruzioni e sottilmente. Vibratili ventose e gelatina sulla pelle del petto; agganciata alla cintura una nera scatoletta contenitrice delle minuscole, puntualissime memorie. Non conta l’emozione, è qualcos’altro, ma cosa – cosa? – che rompe il ritmo, che affretta o dilata o blocca la narrazione di pranzo e cena e colazione. Sonno, veglia, abitudini e rituali: non si comprende l’oscuro linguaggio di stelle remote che in ogni istante pulsano nel sangue. Io mi ostino tuttavia, e ascolto, e trascrivo.