All’inizio degli Anni Zero mi sono messo a scrivere commedie che trattavano del disperato bisogno di vendersi di personaggi dall’identità così fragile che era quasi un azzardo chiamarli personaggi. La sfida era quella di dare consistenza teatrale a un certo immaginario narcisistico collegato a televisione e nuovi media. Il primo esperimento, All’asta, aveva come protagonista un delirante imbonitore da piccolo schermo, cui ho dato il nome di Ferdy, in omaggio al capolavoro di Gombrowicz Ferdydurke, bibbia novecentesca sul tema dell’immaturità. Come un fantasma un po’ molesto, Ferdy mi si è riproposto, cambiando mestiere, età, abitudini, nel bel mezzo di diversi copioni. Non mutavano mai però il suo protervo esibizionismo e la cialtroneria nichilista con cui cercava di mascherare un’angosciosa pecezione del proprio vuoto.
Con Vendutissimi – asta d’anime in tv (2003) Ferdy ha trovato il suo interprete ideale in Massimiliano Speziani, uno dei pochissimi attori teatrali italiani capaci di lavorare con sottigliezza sul confine insidioso tra comico e tragico, trivialità e poesia. Con Massimiliano ho avuto la fortuna di lavorare molte volte nei quindici anni successivi, fino a quest’ultima (per ora) metamorfosi di Ferdy, consulente di comunicazione politica in Spin. Ma della squadra di Vendutissimi facevano parte anche due preziosi collaboratori che ritrovo qui: lo spacemaker Luigi Mattiazzi, compagno di tante avventure teatrali, e l’autore delle musiche, Gaetano Cappa. Per Spin Gaetano oltre a comporre suona in scena, interagendo con i compagni di palco da esperto e duttile performer. Nel ruolo di Dany, una sorta di doppio ombroso e aggressivo di Ferdy, ecco un altro attore di grande qualità: Emiliano Masala, che ho conosciuto e apprezzato collaborando a Chi resta (2013), progetto di Proxima Res diretto da Carmelo Rifici.
La prima stesura di Spin risale al 2016. Molti spettatori dell’anteprima al Festival “Da vicino nessuno è normale” del giugno ’18 hanno pensato che il testo fosse stato appena scritto – quasi un instant play. In effetti la manipolazione delle notizie ai fini di propaganda politica, cui con solerzia si applicano Ferdy e Dany, risulta ogni mese, ogni giorno di più questione di stringente attualità. Tuttavia la satira politica, benché presente sottotraccia, non costituisce la finalità principale di questo lavoro. Spin si concentra sul linguaggio come maschera, come modalità di auto-rappresentazione fallace e fallimentare; e la propaganda politica funge per me da paradigma di questa impasse linguistica. Ancora più dei contenuti conta allora il ritmo, un andamento musicale che si possa trasformare in una specie di ipnosi del pensiero. Da qui la decisione di insistere sulla forma-concerto, con leggìi e strumenti musicali a vista, sperimentata con successo nell’anteprima milanese.
SPIN ha debuttato in anteprima il 23 giugno 2018 al Teatro La Cucina di Milano, nell’ambito del festival “Da vicino nessuno è normale”.
SPIN
testo Renato Gabrielli
musica/suono Gaetano Cappa
spazio Luigi Mattiazzi
con Emiliano Masala, Massimiliano Speziani e Gaetano Cappa
produzione Proxima Res