Scorciatoie

Manuale di successo per disperati

di Karma Changer Jr.

Primo estratto gratuito

Tu. Proprio tu. Che mi stai leggendo. Sei come me. Non ti stupire di questa mia sicurezza e non prenderla per arroganza – ti prego. E nemmeno per modestia. Non ti conosco. E neanche tu mi conosci, ma fidati: siamo uguali, dentro. Io scrivo, tu leggi in questa lingua meravigliosa di cui né io né tu né lui né lei né voi né loro siamo degni, la lingua di un paese corrotto che si è venduto pure il fascino della decadenza. E ci stiamo bene, nella corruzione, o meglio ci stiamo dentro, anche se incorrotti o incorruttibili a nostro dire, lamentandoci spesso, indignandoci a sprazzi, tollerando sempre. “E dunque? – dirai tu – Perché un manuale? E per chi sarebbe? Per me? Disperato io? Ah, ah, ah!”

Questa tua risata suona falsa. Risentiamola.

“Ah, ah, ah!”

Lo senti quant’è falsa? Ancora.

“Ah!…”

Silenzio. Mi presento. Il mio nome è Karma Changer Jr. Non è il mio nome. E’ chiaro. Ma cosa importa? Non sono certo qui a fare dell’autobiografismo, del memoir, dell’auto-fiction. Me ne fotto delle vite vissute, a partire dalla mia, ovviamente – ma anche per quelle altrui provo noia, indifferenza, un senso di saturazione. Bla, bla, bla, io qua, io là. C’era una volta un matto, non ricordo dove, che prendeva a schiaffi dei preti a casaccio, per strada, e sicuramente dal punto di vista delle leggi probabilistiche ha fatto più bene che male. Ma io, se fossi matto, prenderei di mira solo gli autobiografi autotuttologi contemporanei; mi apposterei per esempio sotto casa di uno di ‘sti brutti narcisi e gli tenderei un agguato schiaffandogli davanti all’improvviso un bello specchio col vetro verniciato di bianco, per rimbalzargli in faccia il suo http://www.renatogabrielli.it. E urlerei come un matto (appunto): “AHO’! E BASTA! Non ne vogliamo più sapere, dei cazzi tuoi! Fa’ qualcosa di buono, poi muori, e dopo venti, trent’anni, se ne vale la pena, qualcuno lo racconterà. Funzionava così, una volta. E funzionava meglio. Insomma. Vabbe’.”

Mi chiamo Karma Changer Jr. e sono disperato. Come te.

Io, noi vogliamo avere successo. Non perché il successo sia qualcosa di speciale in sé – la vediamo, la conosciamo la gente di successo – ma per l’effetto che ti fa, quando ce l’hai. Un effetto stupendo, stupefacente. Resti sempre disperato, naturalmente, non c’è nulla da sperare, meno che mai, però non ci pensi più, quasi quasi non te ne accorgi. Chiamiamola pure felicità-patacca, simile a un orologio taroccato che ci piace di più di quello di marca vera. Noi vogliamo a tutti i costi quel rolex made in Guam, ma il problema è che, in questi tempi durissimi e confusi, non sappiamo come arrivarci, al successo. Non ci sono più strade lineari. Nemmeno la corruzione può bastare, neppure un uso sistematico dell’ipocrisia da far invidia ai più benestanti tra i nostri rivoluzionari da operetta web, neanche una vigile malvagità pronta a cogliere ogni occasione per abusare della buona fede del prossimo può garantirci il successo. Non ci sono più strade, in questa babele disperata. Solo scorciatoie. Imprevedibili. Vertiginose. In apparenza assurde.

La mia scorciatoia per il successo è questo manuale. Mi renderà ricco e famoso, ma servirà anche a te, se seguirai scrupolosamente le mie istruzioni. Quali istruzioni? Non sono così ingenuo da metterle qui, in chiaro, belle free per il download. Saresi il primo a disprezzarle, a disprezzarmi, a diffondere la voce tra i tuoi amici di facebook e persino reali che Karma Changer Jr. è un povero coglione che dà via le sue dritte gratis. E invece il primo mp3 con

LE DRITTE DI K.C.J. LETTE DA LUI MEDESIMO SU MUSICHE DI BACH, MAHLER, COPELLOTTI E KEITH RICHARDS

è in vendita in nero a 79 euro versabili in contanti in un’unica soluzione al proprietario di questo sito (che ringrazio per l’intermediazione).

Certo, ancora non sai che razza di dritte sono, dunque quei 79 euro rischi di buttarli via, ma è forse meglio starsene con le mani in mano? Devi familiarizzare con l’azzardo, con l’assurdo, se no non troverai mai la tua SCORCIATOIA. Ma mi sto sbottonando, ti sto già spiegando troppo. E allora, mentre ci pensi (ma non pensarci! fallo!), ti racconto una storia che non c’entra niente.

Ero sul metrò milanese, linea rossa, direzione Lima, e non te lo rivelo per stucchevole autobiografismo, ma perché io sul metrò ci faccio una ricerca scientifica utile e seria, cioè ogni volta che entro in una vettura, senza eccezioni, mi metto a contare le persone impegnate con un aggeggio elettronico, di qualunque tipo: cellulare, smartphone, tablet, e-book reader, iPod, playstation portatile, eccetera. E silenziosamente, senza dare nell’occhio, elaboro statistiche, da quella più rozza (percentuale degli umani con aggeggio e degli umani sconnessi tra una stazione e l’altra) a quelle più sofisticate (variazioni di percentuale a seconda dell’orario e della linea del metrò, nonché del sesso e dell’età presunti, o dello stile d’abbigliamento degli umani). Ma soprattutto mi interessa esplorare dal punto di vista matematico le ipotesi di correlazione tra l’attaccamento all’aggeggio e il grado di disperazione del campione sperimentale analizzato. Compongo a fatica nella mente delle formule, dei diagrammi, come per esempio:

8 pgreco alla seconda / k alla quindicesima >=< uh

Oppure

__________/\_/

Tutto quest’impegno mi fa corrugare la fronte e spesso dimenticare il motivo contingente per cui sto viaggiando in metrò. Insomma, stavo ragionando sull’appena avvenuto sfondamento della soglia del 60% di connessi, quando mi si è parato davanti un tizio che conosco fin da bambino. Ma non mi ricordo affatto chi sia, dunque tra noi chiamiamolo Franco (magari, per caso, ho perfino indovinato il nome). L’ho salutato con molto affetto, per mascherare l’amnesia. Devi sapere che ‘sto Franco è uno inserito. Sì, nel mondo del business, dell’aziendale, della finanza. Questa è l’unica cosa che mi sono sempre ricordato di lui, perché non ne conosco tante, di persone di quell’ambiente. Allora, sul metrò tra San Babila e Palestro, quell’inserito di Franco – ascoltami bene! – all’improvviso mi fa una faccia speciale. D’intesa. Che non gli ho mai visto fare in tanti anni di vaga conoscenza. Che mi fa pensare: qui gatta ci cova. Sacco si vuota. Rivelazioni in arrivo! E infatti lui mi ha detto…

(continua nel secondo estratto gratuito)